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Omotossicologia

L'Omotossicologia nasce per l'intuizione del Dr Reckeweg negli anni 30 del secolo scorso. Si tratta di una revisione dell'Omeopatia Hanemanniana che non sostituisce ma affianca il costituzionalismo caratteristico dell'unicismo con la teoria dell'omotossone. Reckeweg sostiene che alla base di ogni patologia sta l' omotossina, vale a dire uno stressore patogeno esterno o interno, somatico o psichico, in grado di alterare l'omeostasi dell'organismo. Viene alterato il sistema di regolazione di base, che ha nella matrice extracellulare il suo punto centrale, e, da qui, nasce la malattia. A questa ( l'omotossina ) viene opposto l'omotossone, un composto di tossina e antitossina non più patogeno bensì terapeutico. Reckeweg ha formulato una tavola in cui sono rappresentate le varie patologie raggruppate secondo il loro grado di gravità in sei fasi: reazione, infiammazione, deposito, impregnazione, degenerazione e neoplasia ad ognuna delle quali corrispondono certe categorie di farmaci. Con la consultazione della tavola si riesce, così, facilmente a capire in quale stadio della patologia ci troviamo e quale categoria di farmaci può essere utile per uscirne. Con l'E.A.V. ( vedi ) poi, possiamo personalizzare la terapia per quel determinato paziente e per quella determinata patologia.

Alla base di ogni trattamento omotossicologico sta, tuttavia, il drenaggio, vale a dire l'uso di farmaci in grado di agire sul sistema linfatico, sulla matrice extracellulare e sui vari organi emuntori ( fegato, rene, polmone, cute e intestino ). In questo modo si riesce a depurare l'organismo rendendolo capace di sfruttare appieno la terapia adeguata.

I farmaci impiegati seguono gli stessi criteri dell'omeopatia per quanto riguarda la loro diluizione ( prevalentemente decimale, ma anche centesimale ) e la loro derivazione dal mondo animale, minerale e vegetale. Tuttavia, con l'omotossicologia si supera il gap legato alla costituzione ( oggi estremamente difficile da determinare ) per passare all'uso di prodotti composti in grado di raggiungere più facilmente i recettori cellulari interessati dalla patologia.

Il vantaggio del'Omotossicologia rispetto alla medicina tradizionale consiste nel fatto che essa non si limita alla terapia del sintomo, bensì, tramite l'uso dei nosodi, si prefigge di raggiungere la patologia alle sue radici etiologiche.

Infine, va sottolineato il fatto che il farmaco omotossicologico non ha, generalmente, alcun effetto collaterale e può essere usato contemporaneamente a qualsiasi altro medicinale.